FRATTURE VERTEBRALI

La frattura vertebrale da compressione si verifica quando le vertebre si fratturano o collassano, non necessariamente a seguito di un trauma evidente. Le vertebre possono fratturarsi o collassare a causa della riduzione di tessuto osseo. L'osteoporosi primaria e la menopausa non sono le uniche condizioni responsabili della riduzione del tessuto osseo. La perdita di massa ossea, che comporta maggiori rischi di fratture di questo genere, è determinata anche da patologie concomitanti, quali ipertiroidismo, tumori benigni e maligni primitivi, tumori metastatici, tumori emopoietici, inclusi i trattamenti di chemioterapia e radioterapia. Il dolore alla schiena persistente segnala che vi sono dei problemi. Il trattamento tradizionale del dolore alla schiena e/o delle fratture vertebrali prevede alcuni giorni di riposo a letto, l'assunzione di antidolorifici e l'utilizzo di un busto ortopedico. Le cure conservative alleviano il dolore ma non sono in grado di riparare del tutto un osso fratturato. In base alla gravità della frattura e al tempo di insorgenza, esistono diversi trattamenti. La vertebroplastica consiste nell'iniezione, all'interno della vertebra fratturata, di un cemento osseo (polimetilmetacrilato) a bassa viscosità, attraverso un ago metallico, in anestesia locale.

Il cemento iniettato si diffonde all'interno del corpo vertebrale fratturato e si solidifica nel giro di poco tempo. Ciò determina la scomparsa del dolore e la stabilizzazione della vertebra fratturata, riducendo il rischio di ulteriori cedimenti. La cifoplastica consiste nell'inserimento all'interno del corpo vertebrale di una di mini-slitta in titanio che successivamente viene aperta con un meccanismo simile a un crick per automobile. Al termine del rimodellamento, per consolidare il tutto, viene introdotto il cemento sintetico, e in questo caso, si ottiene il duplice risultato di rinforzare la vertebra, premettendole di sopportare le sollecitazioni dovute al carico del peso corporeo e dei movimenti del busto, e di "asciugare" l'edema provocato dalla frattura stessa, con conseguente regressione del dolore. La stabilizzazione vertebrale percutanea (talvolta denominata anche fissazione o artrodesi vertebrale) consiste nell'inserimento di viti all'interno delle vertebre. Le viti vengono poi collegate fra di loro con delle barre al fine di ottenere un costrutto che "stabilizza" le vertebre. Le procedure percutanee, a differenza di quelle cosiddette “open”, garantiscono: minor tempi di degenza, minor dolore post-operatorio e minor rischio di infezioni.